T.R.A.M Teatro di Residenza Artistica Multipla
T.R.A.M Teatro di Residenza Artistica Multipla
TEATRO LIMONAIA di Sesto Fiorentino
Stagione 2024/2025
Il larice
albero cosmico lungo il quale scendono il sole e la luna
Koinonia
il popolo degli alberi
“La civiltà alpina comincia con l’uomo che taglia gli alberi”. Mario Rigoni Stern aveva poco più di 40 anni quando cominciò a piantare gli alberi intorno a casa sua, in montagna, con un gesto che se in città appare gentile in montagna diventa sovversivo. “Perché rovinare un prato mettendo giù pini e betulle che non danno nemmeno frutto?”
Pensando a L’arboreto salvatico di cui ci racconta Rigoni Stern ci siamo fatti l’idea che il nostro teatro assomigli proprio a quell’arboreto. La compresenza nello stesso luogo di più realtà artistiche, che per spazi e stili, senso e sensi ma soprattutto per incroci tra mezzi e persone, tra linguaggi e cose, genera quel bosco che pur differente in superficie comunica in profondità, condividendo il cibo e le risorse in un’azione di scambio e cura reciproca.
Continuiamo a parlare del teatro nel suo senso civico di comunità, e la nostra multi residenza è già una piccola comunità. Rimaniamo convinti della necessità di un senso orizzontale della comunità che non si basa sulle gerarchie ma sull’idea che l’umanità si promuove e si emancipa attraverso la collaborazione di ciascuno secondo le proprie possibilità. Ogni persona ha in sé un seme- è un albero- che contiene un valore e una dignità. E continuiamo a parlare della scena come uno spazio aperto in cui allenare, allenarci alla relazione e allo sguardo plurale che ci permette ogni volta di rimettere in gioco ogni cosa, noi stessi per primi.
Presentiamo una stagione in cui ogni evento performativo, sia esso danza o prosa, o mostra o concerto, costituisce un elemento del nostro ‘arboreto’ che va ad arricchire quella biblioteca di sensi e informazioni che ogni oggetto artistico porta.
Vi consegniamo quindi una multi stagione che è fatta delle nostre piccole e diverse piante col gesto per noi ‘sovversivo’ di credere che proprio la diversità contenga un valore, che non toglie ma aggiunge e che offre al singolo una dimensione collettiva.
“Insomma dall’albero singolo si passa al gruppo, dal gruppo al bosco …. alla foresta”.