Si dice “l’amore è cieco”. Nulla di più vero. Così Oscar Wilde, uomo forte ma anche fragile, grande letterato e grande frequentatore e animatore dei salotti borghesi di Londra si innamora di Lord Alfred Douglas, detto Bosie.
L’incontro sarà fatale. Porterà Oscar alla condanna e alla totale rovina.
Lì, nella sua cella, solo, isolato, allontanato da tutto quello che aveva amato, distrutto, rovinato ma allo stesso tempo lucido e tagliente come la lama di un coltello scrive Epistola: In Carcere et Vinculis successivamente chiamato De Profundis.
La lettera forse più lunga della storia, indirizzata a Bosie, nella quale il poeta attraversa la loro storia, attacca l’amante, se stesso, tira le somme, consiglia, rimpiange, si strazia, si libera. A queste pagine di letteratura è ispirato Dal profondo del mio cuore. L’idea è quella di entrare e spiare in punta di piedi l’intimità di un uomo nel momento della più grande delle sue sofferenze, quella dell’ amore “che non riesce a pronunciare il suo nome”, e della sconfitta nell’assordante isolamento della sua cella.