Dracula non è un estraneo. Non è un ospite malvagio a cui noi, poveri ingannati, permettiamo di avvicinarsi rendendoci così vittime consenzienti. No! Dracula è una parte di noi. Una parte spesso ben nascosta. Una parte oscura che non permettiamo a noi stessi di lasciar emergere. Non perché è per forza il male. Il male quello biblico, quello antico! No! La teniamo nascosta perché la temiamo. E tanto basta.
Dracula è quanto c’è di proibito; di sacrilego; di lussurioso. Dracula è il desiderio. Dracula è il vivere la vita. Dracula è la vita. Ma non la vita così come ci viene fatta intendere dalla nostra società contaminata nel peggior dei modi dalla religione. Non una vita morta, repressa e soppressa da un innato proibizionismo dei sensi, pieno dei catechismi di un’eterna passione e di un infinito e terribile senso di colpa.
Dracula è andare oltre. Dracula é vivere davvero la vita fuori da tutte le nostre preconfezionate prigioni. Viverla nella sua arrogante bellezza, nella sua oscura natura, nella sua estrema violenza. Ma, se andassimo oltre alla nostra vita preconfezionata cosa succederebbe? Saremo capaci a sopportare ed apprezzare quello che troveremo? L’essere umano è in grado di vivere “in luce”? Se i nostri desideri, passioni e voglie segrete saranno realizzate saremo in grado di gestire noi stessi? Se il desiderio viene soddisfatto cosa ci rimane? Dracula/Luci-fero è sempre destinato a cadere?
dedicato a Barbara Nativi